“Destano preoccupazione i tempi di trasferimento dei minorenni” dall’hotspot per migranti di Lampedusa e “in alcuni casi la destinazione in altre strutture di prima accoglienza”. Lo afferma l’Unicef, sottolineando di aver assistito nel solo primo trimestre di quest’anno 2.500 minori nella piccola isola siciliana.
Di questi circa 2.300 sono non accompagnati. “In questi giorni, afferma l’Unicef, che lacora insieme a save the Children in questa fase, si assiste a “un numero serrato di trasferimenti” che “ha ridotto la pressione in hotspot”. “La mancata individuazione di soluzioni a misura per bambine/i e adolescenti – osserva l’agenzia dell’Onu – comporta un rischio di allontanamento dei minorenni dal sistema formale di accoglienza”.
“L’Unicef ha già incontrato nelle scorse settimane il Commissario straordinario per l’emergenza Valerio Valenti per condividere la preoccupazione per le criticità registrate nell’hotspot”, afferma Sarah Martelli, Coordinatrice della Risposta Unicef in Italia. “All’interno della struttura – prosegue – incontriamo sempre persone molto provate dai lunghi viaggi e, purtroppo, dai naufragi in diversi casi. Ricordiamo l’importanza di un supporto integrato e tempestivo sin dalle prime fasi.
L’Unicf esprime soddisfazione per la recente attivazione dell’ambulatorio pediatrico sull’isola e per il rafforzamento della risposta sanitaria con la figura di una ginecologa, indispensabile per la presa in carico di persone sopravvissute o a rischio di violenza di genere. Confermiamo in questa fase il supporto tecnico per garantire la protezione di bambine/i, adolescenti, donne e famiglie.
Auspichiamo inoltre si trovino soluzioni adeguate e a misura per i minori anche attraverso la promozione di forme di accoglienza alternative alle grandi strutture, quali l’affido familiare, e attraverso strutture piccole e radicate nel territorio che favoriscano i percorsi di reinserimento scolastico e di inclusione sociale”.